Fisiologia del film lacrimale
Il film lacrimale è una pellicola costantemente rinnovata che copre le superfici congiuntivali e corneali; il flusso medio di lacrime è 1,21 μl/min. il film lacrimale ha diverse funzioni: la conservazioni di una superficie liscia per la chiarezza ottica; la lubrificazione per aiutare l’ammiccamento delle palpebre; l’azione di barriera nei confronti delle infezioni oculari. Il film lacrimale è costituito da 3 strati:
  • strato più interno consiste di mucina prodotta dalle cellule caliciformi della congiuntiva.
  • strato acquoso, prodotto dalle ghiandole lacrimali e dalle ghiandole lacrimali accessorie, costituisce circa il 90% della pellicola delle lacrime; è costruito da acqua, sali, glucosio, lisozima, prealbumina, lattoferrina, IgA secretorie e altre proteine.
  • strato esterno di lipidi ritarda l’evaporazione, ed è costituito da materiale sebaceo prodotto dalle ghiandole di Meibomio; l’ammiccamento fa diffondere questo strato sopra la pellicola delle lacrime.
L’ammiccamento è una parte integrale della funzione delle lacrime. Il tasso normale di ammiccamento è, in media, 1 volta ogni 5 sec.; la pellicola delle lacrime normalmente rimane intatta per circa 10 sec. Gli ammiccamenti diffondono la pellicola delle lacrime sopra la superficie oculare e spingono le lacrime nel sistema di drenaggio delle lacrime.
 
Definizione
L’occhio secco è un disturbo del film lacrimale causata da una deficiente produzione di lacrime e/o da eccessiva evaporazione delle lacrime che causa un danno della superficie oculare interpalpebrale e si associa a sintomi di disagio oculare (National Eye Institute / Industry Workshop).
 
Classificazione dell’occhio secco
Un non corretto funzionamento degli strati del film lacrimale può determinare la sindrome da occhio secco con diverse eziologie: strato lipidico esterno: occhio secco da eccesso di evaporazione; strato acquoso intermedio: occhio secco da deficit lacrimale (iposecrezione); strato mucoso interno: fattore promuovente sia per occhio secco da eccesso di evaporazione che da iposecrezione.
 
Da deficit lacrimale:

Sindrome di Sjogren:

  • primaria
  • secondaria (AR, LES, sclerosi sistemica, patologie autoimmuni)

Non Sjogren:

  • Patologia lacrimale: primaria (alacrimia congenita); secondaria (sarcoidosi, HIV, GHVD)
  • Ostruzione lacrimale (tracoma, pemfigoide cicatriziale, causticazioni)
  • Riflesso (cheratite neuroparalitica, LAC, paralisi del VII nervo cranico)

Da evaporazione:

    • Deficit lipidico: primaria (assenza delle ghiandole, distichiasi); secondaria (blefarite)
    • Palpebrale (anomalie dell’ammiccamento, anomalie di apertura, irregolarità della superficie)
    • Lenti a contatto
    • Modificazioni di superficie (xeroftalmia)
Diagnosi di Sindrome di Sjogren (certa 4 su 4; sospetta 3 su 4)
  • Risultato molto basso del test di Schirmer
  • Flusso della ghiandola salivare oggettivamente diminuito
  • Infiltrazione delle ghiandole salivari labiali dimostrata dalla biopsia
  • Presenza di autoanticorpi sierici (antinucleo, fattore reumatoide, anti-Ro e anti-La)
La diagnosi è: certa 4 su 4; sospetta 3 su 4.
 
Manifestazioni cliniche
Sintomi e segni tipici sono bruciore, prurito, sensazione di corpo estraneo, punture, secchezza, fotofobia, affaticamento oculare e arrossamento. Comune nella maggior parte delle storie di pazienti con l’occhio secco è un modello diurno, con sintomi che peggiorano nel corso della giornata e peggioramento dei sintomi in particolari condizioni ambientali (il basso tasso di umidità di alcuni ambienti; i videoterminali, associati ad un diminuito tasso di ammiccamento).
 
Terapia
Normale salino usato topicamente può fungere da calmante per un paziente che ha l’occhio secco, ma l’effetto è transitorio. Esteri cellulosi (metilcellulosa, idrossipropril metilcellulosa) o alcool di polivinile aggiunto a soluzione salina possono essere usati per preparare lacrime artificiali; queste sono comunemente usate come primo approccio nel trattamento dei pazienti con cheratocongiuntivite secca. Molteplici studi hanno mostrato la tossicità dei conservanti (cloruro di benzalconio, tiomersal) usati nelle lacrime artificiali e, come risultato sono state formulate fiale monodose, senza conservanti.
preparati gel di lacrime artificiali possono integrare la terapia e ridurre i sintomi rivestendo la superficie oculare. Tuttavia poichè essi risultano in un significativo offuscamento della visione, i gel sono difficili da usarsi per i pazienti durante il giorno. Nei pazienti che hanno una buona chiusura di palpebre notturna, l’uso dei gel prima di coricarsi spesso non è utile nella terapia della cherato-congiuntivite secca.
L’occlusione dei punti lacrimali con tamponi di collagene o silicone (punctal plug), in modo reversibile o con cauterizzazione dei punti lacrimali, in modo irreversibile (anche se il 25% dei punti cauterizzati di riaprono).
Altri mezzi per ridurre i sintomi dell’occhio secco sono: umidità degli ambienti, non utilizzo delle LAC.

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