Definizione
Con il termine cataratta si indica un’opacizzazione del cristallino a causa della quale compaiono disturbi del visus di entità variabile in rapporto alla sede e all’estensione dell’opacità in questione.


Classificazione

  • Morfologica
  • Corticale
  • Nucleare
  • Sottocapsulare (anteriore / posteriore)
  • Miste
  • Eziologica
  • Senile
  • Congenita
  • Traumatica
  • Associata a malattie oculari (uveiti, glaucoma, distacco di retina, …)
  • Associata a malattie sistemiche (metaboliche, renali, del tessuto connettivo, …)
  • Dovuta a agenti patogeni (radiazioni ionizzanti, farmaci)
  • Classificazione LOCS: utilizza standard fotografici di riferimento nei quali sono rappresentate le forme di opacità più frequenti (nucleare, corticale e sottocapsulare) e ciascuna forma a sua volta presenta una gradazione dell’opacità espressa in ordine crescente da numeri romani (0 – III / IV)


Sintomatologia

È caratterizzata dall’annebbiamento e dalla riduzione lenta e progressiva della capacità visiva non accompagnata da dolore. Quando il cristallino ha perduto completamente la sua trasparenza la visione è abolita o ridotta alla percezione del movimento della mano. Non è mai invece abolita la percezione della luce e la capacità di localizzarne la provenienza. I diversi tipi di cataratta presentano delle peculiarità dal punto di vista clinico, che permettono di distinguerle:

  • La cataratta senile è per lo più bilaterale, ma non solitamente simmetrica.
  • Le cataratte nucleari si caratterizzano per la miopizzazione legata all’aumento dell’indice di refrazione del cristallino, negli emmetropi esso porta ad un compenso della presbiopia (“il tornare a leggere senza occhiali”); in compenso la visione per lontano è annebbiata, ma la miopizzazione, entro certi limiti può essere corretta con lenti. Un’altra caratteristica di questo tipo di cataratte è una migliore capacità visiva a luce ridotta perché la midriasi conseguente alle basse luminosità consente una discreta visione attraverso le zone paracentrali del cristallino ancora trasparenti (nictalopia); la luce intensa, al contrario, provocando una miosi peggiora notevolmente la qualità visiva di questi soggetti.
  • Le cataratte corticali si caratterizzano sempre per la diminuzione della capacità visiva, ma negli stadi iniziali le opacità, che sono prevalentemente periferiche, possono influenzare meno l’acuità visiva, ma determinare fenomeno della diffrazione delle immagini (diplopia, poliopia monoculare), con alterazione della qualità visiva.
  • Le cataratte sottocapsulari posteriori, a causa della loro localizzazione centrale sull’asse visivo, provocano una riduzione dell’acuità visiva maggiore rispetto a quella di una cataratta nucleare o corticale; i pazienti sono particolarmente infastiditi in condizioni di miosi (ovvero dai fari delle automobili nella guida notturna o dalla luce del sole). Anche la visione da vicino è più compromessa di quella da lontano.


Terapia chirurgica

Anestesia topica o locoregionale Tecnica chirurgica: asportazione del cristallino, divenuto opaco. Fino agli anni ’60 si ricorreva alla tecnica intracapsulare; dagli anni ’70 siamo passati alla tecnica extracapsulare (ECCE); dagli anni ’90 siamo passati alla facoemulsificazione con impianto della IOL (Lente IntraOculare) nel sacco capsulare.

mail fb twitter

Powered by YOUR NET SOLUTION - Tutti i diritti riservati