Come si svolge
La visita oculistica prevede di solito una prima fase di anamnesi in cui il medico formula alcune domande al paziente per risalire con precisione alle cause di un eventuale disturbo. Successivamente si passa all'esame dell'acuità visiva cioè alla misurazione della capacità minima di distinzione dei segni. È questo il classico esame in cui si leggono segni o lettere su un cartello che si fanno via via più piccoli. Questo test viene ripetuto coprendo prima un occhio e poi l'altro, così da studiare eventuali problemi che riguardano un solo occhio. Se si riscontrano eventuali problemi si passa ad indagini più approfondite: la biomicroscopia e altre indagini strumentali.
 
Quando si effettua la prima visita oculistica?
Generalmente la prima visita viene effettuata quando il neonato si trova ancora nel reparto di maternità. Successivamente però sta alla discrezione del pediatra o del genitore. È consigliato sottoporre a visita completa i bambini prima che inizino a frequentare la scuola materna, quindi circa all'età di tre anni, questo perché in questa età il sistema visivo è ancora in grado di recuperare eventuali carenze e disturbi, successivamente ogni volta che si riscontri un problema di visione non aspettiamo a consultare subito lo specialista.
  • Alla nascita: dopo il parto, viene eseguito il primo controllo oculistico spesso dallo stesso pediatra dell'ospedale; proiettando con una pila o con un oftalmoscopio una luce sull’occhio, la presenza del riflesso rosso retinico esclude la presenza di opacità del cristallino di natura congenita e quindi forme di cataratta congenita ed indirettamente una normalità della retina stessa. Nei bambini nati pretermine richiedono invece un controllo specialistico più approfondito avvalendosi così della consulenza dell’oculista per una particolare osservazione del fondo oculare al fine di escludere patologia retiniche o vitreali maggiormente presenti nei bambini pretermine.
  • Nei mesi successivi: il pediatra eseguendo prove di stimolazione visiva accerta se il bambino è in grado di seguire il dito, convergere con gli occhi e mantenere la convergenza. Il pediatra è in gradi di valutare la presenza di forme di congiuntivite catarrale e trattarle con adeguata terapia topica. E’ possibile ricorrere a piccoli trucchi per sondare la capacità visiva del bambino:  se si copre per un istante un occhio e il bambino non si agita, vuol dire che con l'altro occhio ci vede, se invece cerca di sfuggire all'ostacolo significa che c'è un problema, da approfondire dall'oculista. Entro il primo anno di vita, anche se il bambino non è in grado di collaborare, una visita oculistica è raccomandabile e permette di valutare l'eventuale presenza di malattie congenite (come cataratta, glaucoma, strabismo) e la presenza di importanti difetti di vista.
  • A 3 anni: escluse con i primi controlli altre patologia oculari congenite, successivamente l'oculista deve controllare, intorno ai tre anni, che non ci sia ambliopia, cioè un deficit visivo causato per lo più da una forte discrepanza del potere visivo fra i due occhi, dovuta in genere a ipermetropia o astigmatismo che possono portare all’occhio pigro o ambliope.
  • A 4 anni: è l’età in cui è possibile effettuare una prima vera visita oculistica grazie alla collaborazione de bambino. E’ un’età, fino ai sei anni, in cui l’occhio ed il cervello sono molto elastici ed eventuali problemi di refrazione possono essere affrontati con notevoli risultati funzionali. È proprio in questa età che è possibile effettuare tutte le tappe della visita oculistica come l’esame alla lampada a fessura, l’oftalmometria e la biomicroscopia.
  • Età puberale: durante questa fase è importante valutare la condizione visiva perché, specie nei miopi, si assiste ad un peggioramento visivo legato proprio alla fase di sviluppo. Tale evenienza è più probabile nei figli di genitori miopi e fortemente miopi. Oltre l’adeguata correzione ottica, ed eventualmente l’avvicinamento alla prima lente a contatto, un adeguato apporto vitaminico e di sali minerali è importante per limitare i danni.
  • Negli anni successivi, fino a 45 anni: è sufficiente un controllo l’anno salvo problematiche specifiche e patologie congiuntivali irritative, allergiche od anche infettive. Qualche controllo sarebbe utile anche in caso di di stress visivo con l’uso di videoterminali.
  • Dai 45 anni ai 60 anni: una visita ogni 2 anni è sufficiente perché l'oculista possa accertare il grado di presbiopia e l'eventuale presenza di cataratta. A questa età va valutata periodicamente la pressione interna dell'occhio per escludere l'insorgere del glaucoma, malattia che causa il progressivo restringimento del campo visivo e serie conseguenze per la vista.
  • Oltre i 60 anni: i controlli vanno fatti ogni anno per valutare l’evoluzione della cataratta e malattie come glaucoma o degenerazione maculare senile.

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